Zsigmondy – Comici (Rifugio) già Zsigmondyhütte, già Rifugio Mussolini
- Regione: Alto Adige
- Località: Sesto (Bolzano)
- Sezione: Padova
- Sito ufficiale: http://www.zsigmondyhuette.com/it/benvenuti.html
- Anno di costruzione: 1886
Zsigmondy – Comici (Rifugio) già Zsigmondyhütte, già Rifugio Mussolini
La prima costruzione, il Zsigmondyhütte, ubicato alla testa della Val Fiscalina nelle Dolomiti di Sesto, fu costruito nel 1886 dalla sezione DuÖAV di Vienna e dedicato alla memoria del medico alpinista-esploratore e pioniere delle Dolomiti di Sesto.
Il rifugio interamente di legno era diventato il punto d’appoggio per gli alpinisti che si cimentavano alla salita della Croda dei Toni.
Nel luglio del 1915 venne completamente distrutto da un incendio. Dopo la Grande Guerra con l’annessione del territorio al Regno d’Italia i resti del Zsigmondyhütte vengono ceduti alla sezione CAI di Padova, che nel 1927 iniziò i lavori di costruzione che terminarono l’anno successivo, grazie anche al contributo economico del Comune di Padova oltre che da erogazioni liberali dei soci CAI ed altri Enti.
Venne inaugurato il 21 luglio del 1929 e, con atteggiamento adeguato all’epoca, intitolato a Benito Mussolini.
Nel corso della seconda Guerra Mondiale il rifugio fu soggetto a vandalismi e depredato dei suppellettili. La Sezione di Padova mise mano alla ricostruzione e nel 1948 con una nuova inaugurazione riprese il nome originale “Zsigmondy” con l’aggiunta alla dedica di Emilio Comici, alpinista e speleologo di spicco morto nel 1940, durante una salita in Vallunga (Val Gardena).
Attualmente il rifugio è una struttura moderna e confortevole con un centinaio di posti letto.
Oltre che alle salite alle Tre Cime di Lavaredo, al Popera e al gruppo della Croda dei Toni è molto frequentato da alpinisti italiani e stranieri per la “Strada degli Alpini”, un bellissimo sentiero aereo realizzato dalla sezione CAI di Padova, inaugurato nel 1932 in occasione del suo XXV anniversario di fondazione.
Si ricorda che molti volontari lavorarono tutta l’estate per ripristinare questo vecchio percorso militare della prima Guerra Mondiale, che sarebbe divenuto uno dei più bei sentieri delle Dolomiti. La Sezione aveva espresso che all’inaugurazione ci fosse proprio il Capitano Giovanni Sala, eroe della conquista del Passo della Sentinella, dove ha termine il percorso.