Locatelli Antonio – Sepp Innerkofler (Rifugio) già Dreizinnenhütte

Locatelli Antonio – Sepp Innerkofler (Rifugio) già Dreizinnenhütte

Locatelli Antonio – Sepp Innerkofler (Rifugio) già Dreizinnenhütte

La prima costruzione presso la forcella di Toblin fu eretta su proposta di Karl Stemberger, un albergatore di Sesto, per conto della sezione DuÖAV di Hochpusterthal. Lo stesso Stemberger assunse la direzione dei lavori, mentre il progetto fu realizzato dal presidente della sezione, l’ingegner Rienzner di Dobbiaco. I lavori iniziarono nella primavera del 1882. In due mesi fu eretto un piccolo edificio ad un solo piano che misurava m. 4×8; di pietra tagliata con il tetto ad un solo spiovente. Il piccolo rifugio comprendeva al piano terra una sala attrezzata, una cucina in muratura, due tavoli, panche ed alcune sedie. Accanto ad essa vi era una porta che conduceva ad una seconda stanza che fungeva da giaciglio per i pastori. Sul lato est vi era una scala esterna che portava al sottotetto con funzione di dormitorio.
Il 25 luglio 1883 fu così inaugurato il Drei Zinnenhütte. Negli anni a seguire furono necessari continui ampliamenti per ospitare un crescente numero di visitatori, fino al 1907, quando il rifugio venne ristrutturato radicalmente, ed affidato alla guida alpina Sepp Innerkofer, molto famoso in Val Pusteria.
Nei primissimi giorni dopo lo scoppio della prima Guerra Mondiale, il rifugio posto sulla linea del fronte al centro dei fuochi incrociati, ne comportò la sua distruzione da parte dell’artiglieria italiana.
Alla fine della Grande Guerra l’Alpenverein Südtirol, formato dalle sezioni sudtirolesi uscite dal DuÖAV, edificarono un piccolo ricovero vicino ai ruderi del rifugio Tre Cime.
Nel 1923 tutte le associazioni alpinistiche locali vennero sciolte per decreto, con la conseguente espropriazione dei rifugi, che vennero assegnati al Club Alpino Italiano.
Il CAI di Bolzano in collaborazione con quello di Padova, costruirono un nuovo rifugio e lo inaugurarono il 27 luglio 1937 dedicandolo ad Antonio Locatelli, maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana, morto nella guerra di Abissinia.
Anche durante la seconda Guerra Mondiale il rifugio subì ancora notevoli danni che la sezione CAI di Padova, nel frattempo unica proprietaria, provvide a riparare.


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