7° Alpini (Rifugio)

7° Alpini (Rifugio)

7° Alpini (Rifugio)

Nel secondo dopoguerra l’attività della sezione CAI di Belluno riprende, ricca di interessi e di inziative che mirano a pontenziare il patrimonio e le strutture ricettive nell’ambito delle località di propria competenza (il Nevegal e lo Schiara) con l’intento di offrire possibilità agli escursionisti e appassionati di montagna e dello sport invernale.
A tal proposito nel 1950 si costituiscono due distinte commissioni che dovranno seguire i lavori per il rifugio Bristot al Col Torònt e per quello al Pis Pilòn sullo Schiara.
L’attuazione di quest’ultima opera si presentava assai complessa sia dal punto di vista finanziario sia per le difficoltà operative connesse all’isolamento della zona e il difficile accesso.
Nella primavera del 1950 l’allora presidente Brovelli con alcuni amici fece un sopralluogo per individuare l’area circostante una vecchia casera diroccata, protetta da valanghe, da richiedere al Comune in cessione e nell’ambito della quale poteva essere edificato il nuovo rifugio.
La Sezione era riuscita ad ottenere un contributo statale ma non sufficiente a coprire l’intera spesa ma comunque sia i lavori iniziarono comunque a maggio del 1950.
Per il rifornimento dei materiali da costruzione e dei viveri per gli operai accampati in loco fu determinante l’aiuto dell’Autorità Militare.
Gli alpini della 23° Batteria del Gruppo Belluno e dell’8° Reggimento di Tolmezzo si prodigarono affrontando non poche difficoltà per assicurare i rifornimenti, guidando ed incitando su terreno impervio i loro muli.
Dapprima provvidero a trasformare in mulattiera il vecchio sentiero di accesso e quindi installando due teleferiche per collegare la Costa al cantiere.
Per valutare l’impegno basti ricordare che in questa prima fase furono effettuati 735 viaggi con i muli e l’impiego di uomini per 1440 ore lavorative, oltre a 120 salite per il trasporto a spalla.
A fine agosto dello stesso anno venne terminato il grezzo e la copertura del tetto ed ad ottobre il rifugio venne completato.
Venne quindi fissata per il 23 settembre dell’anno successivo l’inaugurazione del rifugio che venne dedicato ai martiri del disciolto 7° Reggimento Alpini.
Alla cerimonia partecipò il celebre scrittore bellunese Dino Buzzati, alpinista e buon conoscitore dello Schiara, inviato speciale del Corriere della Sera.
Con la successiva realizzazione delle vie ferrate sullo Schiara ed essendo sede della tappa conclusiva dell’Alta Via n.1, il rifugio registrò negli anni a seguire un notevole afflusso di escursionisti.


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