Ferioli Santino (Rifugio)

Ferioli Santino (Rifugio)

Ferioli Santino (Rifugio)

Da tempo alla Sezione di Olgiate Olona c’era l’idea di costruire qualcosa che rimanesse nel tempo e fosse di utilità comune per chi frequentasse la montagna.
Per realizzare il progetto fu scelta la Val Sesia, la zona più frequentata dai soci del CAI di Olgiate.
La prima soluzione era quella di montare un Bivacco in una posizione strategica, ma dopo alcuni pareri contrari ricevuti da esperti e guide locali in quanto la zona era soggetta a smottamenti, venne l’idea di riattare una vecchia baita “Walser” al Colle Mud di Sopra.
Trovati con difficoltà i fondi necessari, venne effettuato un ulteriore sopraluogo.
La baita venne trovata in condizioni alquanto precarie, ma la decisione era ormai presa e l’entusiasmo era alle stelle.
L’incuria ed il tempo avevano lasciato tracce pesanti sulle pareti che apparivano fessurate, mentre il tetto era stato sfondato, probabilmente da un macigno staccatosi dalla montagna. Il locale al pianterreno si presentava angusto, basso e malridotto essendo stato sempre adibito ad ovile.
L’impresa si presentava di non facile soluzione ma lo spirito di coesione e di sacrificio fece miracoli ed i primi lavori di riattamento iniziarono nel giugno del 1979.
Lo scopo primario era di rendere agibile il pianoterra cominciando ad estrarre materiali di deposito ed enormi beole, progetto di non facile soluzione senza le adeguate attrezzature. Alla fine se ne ricavò un locale agibile mentre contemporaneamente si procedeva alla ripulitura degli altri locali ingombri di paglia, sassi, terra accumulatisi col passare delle stagioni.
I lavori di restauro venivano svolti prevalentemente nel fine settimana, si arrivava alla baita al mattino del sabato e si procedeva fino alla domenica sera, lontani dai televisori, dai bar, dagli svaghi.
Nel tempo tutto questo pesava non poco su di un gruppo di uomini non abituati a fatiche del genere, uomini che partivano da Alagna carichi di materiali (viveri, attrezzature, sabbia, cemento…. ) per trasformarsi poi in muratori, carpentieri, sterratori, cuochi, per il resto del weekend.
L’aito provvidenziale di un elicottero consentì di portare quintali di cemento, legname e varie attrezzature pesanti.
Anche le tanto agognate ferie estive vennero accantonate al fine procedere spediti sui lavori essenziali prima della stagione invernale.
Il pavimento del piano-terra venne abbassato di cm. 60, si strutturò all’interno e tutt’intorno alla baita un muro in cemento armato che servisse anche da panca funzionale. Anche il pavimento fu messo in opera per poter essere ricoperto a lavori ultimati dal parquet.
A metà settembre scesero le prime nevicate, le prime folate gelide del vento, bisognava sospendere i lavori e ritornare a valle.
A giugno dell’anno successivo si riprese con la ristrutturazione di una piccola baita adiacente, parte adibita ai servizi, parte come bivacco invernale.
Intanto le baite, con la sistemazione di porte e finestre, acquistavano in eleganza. La perlinatura dei muri perimetrali, con riempimento degli interstizi con materiale isolante e con la posa definitiva della cucina, del lavabo e di altre suppellettili, completavano l’opera.
La baita diroccata così come l’avevano trovata stava diventando un rifugio a pieno titolo di cui esserne orgogliosi.
Ma l’inverno alle porte costringe i volontari del CAI a sospendere nuovamente i lavori.
L’estate del 1981 è frenetica, ormai il lavoro procede spedito e si comincia a vederne la fine.
Dal Mud si trasportano beole per il rifacimento del tetto, dei servizi e della zona invernale. Inoltre il primo piano viene abbellito dalla messa in posa del pavimento. Il rifugio si può dire ormai a buon punto.
Nella terza pausa invernale nasce il progetto di costruire un terrazzo antistante il rifugio così da permettere una maggior possibilità di movimento, per creare più spazio ed abbellirne la struttura stessa.
L’estate del 1982 è occupata nel trasporto di altro materiale tramite un elicottero noleggiato presso la società E.T.I., viene terminata la perlinatura del reparto notte, la pavimentazione della cucina con annesso ripostiglio, la posa delle beole per la scalinata esterna così da snellire la costruzione, e la finitura dei servizi.
Finalmente il 17 luglio del 1983 giunse il giorno dell’inaugurazione, erano trascorsi ormai 4 anni da quando i volontari del CAI di Olgiate Olona iniziarono la ristrutturazione di una vecchia baita diroccata in Valsesia.
Il rifugio è gestito direttamente dai soci della Sezione, è aperto nei fine settimana di luglio e settembre, e tutti i giorni nel mese di agosto; dispone di 24 posti letto.
(tratto da uno scritto di N. Spagnoli)

 


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